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13 Cards in this Set

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ACCESSI EPILETTICI ED EPILESSIA

Sono delle alterazioni temporanee delle funzioni cerebrali che derivano da un alterazione dell'attività neurale


EPILESSIA: condizione cronica caratterizzata dalla comparsa ripetuta di accessi epilettici.



Gli accessi epilettici comportano disturbi neurologici che includono manifestazioni motorie e sensoriali positive o negative

MANIFESTAZIONI MOTORIE E SENSORIALI POSITIVE: lampi o movimenti a scatti.




MANIFESTAZIONI NEGATIVE: alterazioni stato di coscienza, cecità e paralisi transitorie

Gli accessi epilettici possono essere accessi epilettici PARZIALI o GENERALIZZATI

ACCESSI GENERALIZZATI:


Tonici-clonici


Assenze


Mioclonici


Clonici (movimenti a scatti)


Tonici (irrigidimento arti)


Atonici

ACCESSI EPILETTICI FOCALI O PARZIALI:


(denominati anche accessi parziali semplici o complesse, con o senza alterazione dello stato di coscienza)

- si originano da un piccolo gruppo di neuroni che forma un focolaio epilettico e i sintomi che lo precedono sono dette aure (sensazioni abnorme quali paura e percezione odori particolari.


- un tipico accesso epilettico focale può presentare iniziali movimenti localizzati a scatti (clonici)


- può anche progredire ulteriormente e il pz perdere conoscenza e cadere a terra con fase tonica e clonica. In questo caso l'accesso epilettico focale si è generalizzato.

Focolaio epilettico: si origina da un gruppo di neuroni che hanno una particolare attività elettrica detta Onda di depolarizzazione parossistica. L'ODP è costituita da una depolarizzazione di grande ampiezza seguita da un iperpolarizzazione postuma.


DEPOLARIZZAZIONE: attivazione dei canali eccitatori regolati dal glutammato (AMPA NMDA e Ca..)


IPERPOLARIZZAZIONE: attivazione recettori del GABA e canali K voltaggio-dip e calcio attivanti.

L'iperpolarizzazione limita la durata dell'ODP, perciò:


- farmaci convulsivanti: accentuano l'eccitamento e riducono l'inibizione.


- farmaci anticonvulsivanti: bloccano l'eccitamento o poenziano l'inibizione; sono usati per il trattamento di accessi epilettici prolungati.

-Fenitoina, carbamazepina=riduzione apertura dei canali voltaggio dip del Na - riduzione eccitamento


- Benzodiazepine e diazepam = aumentano l'inibizione mediata da recettori gabaergici.

- Grazie all'inibizione laterale l'attività elettrica circoscritta nel gruppo di neuroni focali= nessuna manifestazione clinica


Se l'attività del focolaio è intensa, l'ODP non si mantiene circoscritta e l'inibizione laterale viene meno. Essa dipende dall'inibizione a feedback degli interneuroni gabaergici.

Quando l'ODP non si mantiene circoscritta, l'accesso epilettico inizia a diffondersi anche ai siti più lontani seguendo le stesse vie assonali seguite dalla normale attività corticale (tra corteccia motoria e somatosensoriale) e seguendo anche vie cortico-talamiche e raggiungendo l'emisfero controlaterale attraverso il colpo calloso.

- Quando la diffusione dell'accesso interessa le vie cortico-talamiche,le interconnessioni talamo-corticali possono contribuire all'attivazione rapida di entrambi gli emisferi. In questo caso l'accesso parziale diventa generalizzato secondariamente.

ACCESSI EPILETTICI GENERALIZZATI




Accesso epilettico generalizzato primario: non presente aure e interessa entrambi gli emisferi per attivazione primaria di circuiti talamo corticali.

Gli accessi si differenziano in CONVULSIVI (movimenti tonici e/o clonici) E NON CONVULSIVI




Convulsivi: (Grand mal) accesso tonico-clonico: estensione rigida e mov a scatti. Inizio con fase tonica, dunque cadono a terra con la mandibola serrata per circa 30 sec. A ciò segue la fase clonica che perdura 1-2 minuti.

Accesso epilettico generalizzato non convulsivo: ASSENZA (petit mal). Si manifestano durante l'infanzia con perdita di cosciena e arresto di tutte le attività. Presenza modesta di movimenti motori come ammiccamento.




L'EEG rivela onde tipiche a 3 Hz diffuse in tutto il cervello.


Durante un assenza l'attività EEG presenta complessi punta-onda in entrambi gli emisferi.

IPOTESI SULLA GENERALIZZAZIONE


- Ipotesi di Gibb= la generalizzazione dell'accesso deriva da un iperpolarizzazione corticale diffusa.


- Ipotesi di Panfield e Jasper= notarono la somiglianza tra l'EEG dell'assenza con l'attività l'EEG che si osserva nel sonno( i fusi del sonno).


Si avanza l'ipotesi centro-encefalica secondo la quale la generalizzazione è da attribuire all'attività ritmica di aggregati neuronali del T.d.E e del talamo che proiettano in modo diffuso alla corteccia: circuiti talamo-corticali.

- Accessi epilettici che si protraggono per almeno 30 min possono provocare lesioni cerebrali o condurre alla morte.


- Alla base delle lesioni cerebrali indotte dagli accessi vi è una condizione di eccito-tossicità (liberazione del neurotrasmettitore glutammato).


- Dalle numerose osservazioni si è arrivati alla conclusione che le lesioni potrebbero essere provocate da un eccessiva stimolazione dei recettori per il glutammato.


Manifestazioni istologiche eccito-tossicità: RIGONFIAMENTO MASSIVO DI CORPI CELLULARI E DENTRITI

- L'attività elettrica che compare durante un accesso prolungato comporta un grave dispendio di energia metabolica




- L'incremento del fabbisogno energetico viene compensato dalla risposta del SNA allo stress, ma in presenza di accessi prolungati i meccanismi omeostatici diventano insufficienti e possono provocare lesioni cerebrali secondarie ad:


alterazioni metaboliche (ipossia,ipoglicemie, aritmie, edemi polmonari)


eccito-tossicità (rilascio glutammato in quantità abbondanti)

FATTORI CHE CONDUCONO INSORGENZA DELL'EPILESSIA


- Predisposizione genetica: mutazioni mendeliane (multigeniche), monogeniche osservate solo a carico di geni per canali ionici.


- Alterazioni sviluppo della corteccia


- Lesione: può provocare una serie di modificazioni fisiologiche e anatomiche che portano agli accessi.

Le prove di ciò sono costituite da modelli sperimentali di ipereccitabilità come il Kindling=accensione in cui vi è una stimolazione chimica e/o elettriche di strutture come amigdala ed ippocampo.


La plasticità osservata nel kindling è simile alla plasticità normale e vanno a generarsi modificazioni sinaptiche.

TERAPIA CHIRURGICA


La farmacoterapia non sempre è efficace; nei casi intrattabili si ricorre a quella chirurgica.


Penfield 1950- prima operazione di rimozione lobo temporale in un pz con accesso nell'ippocampo.

Per il trattamento chirurgico è importante la localizzazione del focolaio epilettico:


- EEG: non adatta in caso di focolaio in struttura profonda: IPPOCAMPO


- RM :rivela se ci sono anomalie strutturali soprattutto nell'ippocampo


-PET in assenza di anomalie strutturali rivela alterazioni metaboliche


-SPECT: utile in caso di assenza di alterazione strutturale e ha permesso individuazione di una fase ipermetabolica seguita da una ipometabolica.



EEG ISOELETTRICO: si registra quando non è percepibile attività elettrica. Criterio per stabilire un coma irreversibile che può condurre a morte o a uno stato vegetativo.


STUDI di Montreal: un EEG isoelettrico piatto può presentare nell'ippocampo un attività residua. Sono state registrate onde di 1Hz a livello dell'ippocampo.